Open Scope RAEE: cosa cambia e perché conta per le aziende

open scope raee cosa cambia e come adeguarsi

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Dal 15 agosto 2018, l'”Open Scope” ha sostituito la vecchia lista chiusa di dieci categorie RAEE della Direttiva 2012/19/UE. Tutte le AEE devono ora rientrare in una delle sei categorie dell’Allegato III, a prescindere dal settore o dalla destinazione d’uso. In pratica, se un dispositivo dipende dall’energia elettrica (o da campi elettromagnetici) entra nel perimetro della norma, salvo poche esclusioni specifiche.

In Italia l’Open Scope è recepito nel d.lgs. 49/2014, completato dalle “Indicazioni operative” del Comitato di Vigilanza e Controllo che spiegano come classificare correttamente i prodotti.

Le sei categorie RAEE dopo il 2018

Categoria AEEDescrizione
Apparecchiature di grandi dimensioniAlmeno un lato > 50 cm
Apparecchiature di piccole dimensioniNessun lato > 50 cm
Piccole apparecchiature IT e telecomNessun lato > 50 cm, uso informatico/telefonico
Apparecchiature di scambio di temperaturaFrigoriferi, climatizzatori, pompe di calore
Schermi, monitor, pannelliSuperficie > 100 cm²
Sorgenti luminoseLampade, LED, neon

L’elenco è “aperto”: se un prodotto non rientra nelle prime tre categorie, basta misurarne le dimensioni per stabilire se è di grandi o piccole dimensioni.

Cosa cambia per produttori e importatori

  • Iscrizione al Registro nazionale AEE (Camera di Commercio).
  • Marcatura: simbolo del cassonetto barrato + identificativo.
  • Finanziamento del fine vita tramite sistemi collettivi o individuali.
  • Reporting annuale di AEE immesse sul mercato e RAEE ritirati.
  • Informazioni all’utilizzatore su raccolta differenziata e corretto smaltimento.

Questi obblighi si applicano a chiunque introduca AEE sul mercato italiano, compresi importatori di piccoli lotti che prima restavano esclusi.

Impatti concreti: i numeri della raccolta

  • 2023 – In Italia si sono raccolte 349 000 t di RAEE, pari a 5,92 kg/ab (-3,1 % sul 2022). Il Nord resta leader con 6,63 kg/ab, ma il Sud scende a 4,72 kg/ab.
  • 2024 – Trend in ripresa: nel solo quarto trimestre sono state avviate a riciclo oltre 92 000 t (+6,5 % vs 2023), spinte dai raggruppamenti R1 (freddo e clima) e R4 (piccoli elettrodomestici). Maggiori info qui >

L’estensione dell’ambito ha portato più rifiuti sotto controllo, ma la raccolta nazionale resta sotto il target UE del 65 % dell’immesso sul mercato.

5. Perché l’Open Scope è una buona notizia

  • Economia circolare – Più apparecchiature intercettate = più materiali (metalli preziosi, plastiche) recuperati.
  • Competitività – Le aziende che progettano prodotti facilmente smontabili riducono i costi di fine vita e migliorano l’immagine green.
  • Legalità e concorrenza equa – Elimina le “zone grigie” dove alcuni operatori sfuggivano agli obblighi.

6. Come adeguarsi (check-list rapida)

  1. Mappa il tuo catalogo AEE → assegna la categoria Open Scope corretta.
  2. Verifica le esclusioni (militare, grandi impianti fissi, ecc.).
  3. Iscriviti/aggiorna il Registro AEE e scegli un Consorzio RAEE.
  4. Progetta per la disassemblabilità e riduci sostanze pericolose (RoHS).
  5. Forma la rete vendita su ritiro “uno contro uno” e gratuità del conferimento.
  6. Comunica ai clienti l’obbligo di non buttare le AEE nei rifiuti misti.

L’Open Scope ha ampliato responsabilità e opportunità. Adeguarsi non è solo un obbligo: conviene a livello ambientale, competitivo e di brand. Se produci o importi AEE, sfrutta la normativa per ripensare il design e offrire servizi di ritorno del prodotto. Così trasformi un costo in valore e contribuisci davvero alla transizione circolare.

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